Il vicino di Thomas Bernhard
Il mio blog, prende il nome da un romanzo, l’ultimo, di Thomas Bernhard. Anni fa, in vacanza in Austria, visitai la sua fattoria nei pressi di Ohlsdorf , dove visse, non continuativamente per oltre dieci anni. Alternava la sua permanenza in quella casa con periodi in cui, per motivi di salute, emigrava in paesi più caldi.(Spagna soprattutto). La casa è rimasta intatta e come da espressa richiesta di Bernhard, alcuni lavori di ristrutturazione che lui seguiva personalmente, non sono stati mai finiti… quasi fosse un manoscritto ancora da limare e rivedere.
Fu difficile, trovare la fattoria. Avevo come riferimento la cittadina di Gmunden sull’omonimo lago, dove, dopo ripetuti tentativi nel locale ufficio del turismo, una studentessa mi indicò Ohlsdorf, come meta.
A quei tempi, Bernhard, non era ancora ben visto. Non lo sarà mai del tutto, credo. Le descrizioni che aveva fatto nei suoi libri, della vita nei paesi della montagna austriaca, erano implacabili. Questo spiega le facce "assenti", quasi offese, con cui gli abitanti della ridente cittadina, rispondevano alle mie richieste di informazioni, come fossi un mendicante. "No bitte" mi dicevano… Sembrava di vivere in uno dei suoi romanzi: sempre la stessa domanda, sempre la stessa risposta. La ragazza, mi informò ad occhi abbassati, quasi si vergognasse. Oggi anche Gmunden ha il suo centro studi Thomas Bernhard.
Comunque, come dicevo, arrivare fu come leggere un suo romanzo. Un’ossessiva ripetizione di strade e curve, apparentemente tutte uguali, apparentemente senza fine. Ohlsdorf è immerso nella campagna e quella fattoria sembrava introvabile. Percorsi in auto una infinità di colline, coperte di verde, che nascondevano come una chioccia case coloniche tutte uguali e bellissime. Nessuno in giro; era il primo pomeriggio, faceva caldo, era agosto. Arrivato ad un bivio, notai un’ anziano signore che tagliava dei fiori nel giardino, davanti casa, e mi avvicinai. Parlava anche inglese, e mi disse che, certo, conosceva la fattoria. Mi indicò la strada per raggiungerla. Felice di essermi stato di aiuto, mi domandò se, fossi italiano e se facessi il falegname, certo. Risposi di no, un pò stupito, e lui di rimando mi chiese se fossi allora un tecnico agrario, certo, e, al mio nuovo no, rimase interdetto, quasi avesse capito male. Spiegai che volevo visitare la fattoria dello scrittore Thomas Bernhard perchè ero un grande ammiratore delle sue opere. L’anziano signore si fece serio e spiegò che mi sbagliavo, che quella, certo, era la fattoria di Thomas Bernhard, ma quel Bernhard non scriveva libri, certo, era un’ ottimo falegname e un buon giardiniere, con cui lui aveva intrattenuto per anni rapporti di cordiale vicinato, certo. Il suo certo era quasi una garanzia: parlavamo della stessa persona. Mostrandogli un’ edizione italiana di un suo romanzo con la foto sul retro, dissi che ero sicuro che in quella fattoria avesse vissuto Thomas Bernhard, certo, il grande scrittore e commediografo, famoso in tutto il mondo e quasi destinato al Nobel, se fosse vissuto più a lungo, certo. Che forse ero precipitato in una sua commedia?
Il signor Jackob, così si chiamava, alla vista della foto, rimase prima molto serio, come deluso dalla scoperta; poi a gran voce chiamò la moglie, Martha, una bella signora in carne.
"Martha" disse, "questo signore, viene dall’Italia, da Firenze, per visitare la fattoria di Thomas Bernhard"
"Chi?" disse la moglie, "il falegname? ma è morto quattro anni fà!"
"Questo signore dice che era un famoso scrittore! In Italia sono tradotti tutti i suoi libri, guarda!" e le mostrò la copia.
Alla vista della foto, la signora Martha, alzò lo sguardo verso Jackob e grattandosi la fronte, iniziò a ridere. Anche Jackob sorrise, scuotendo la testa lentamente e, dandomi una pacca sulla spalla, come se avessimo appena terminato di zappare il suo giardino insieme, mi disse:
"Uno scrittore, eh! voi Italiani siete pazzi! Certo, era un bravuomo, faceva ottimi mobili e i suoi fiori sbocciavano prima dei miei, certo! Quando scompariva, ogni tanto, ho sempre pensato che andasse a Vienna per comprare gli ultimi ritrovati… facevamo una specie di gara e le sue magnolie erano sempre più belle e grandi delle mie, certo!"
Avvicinò la moglie al suo fianco, ancora sorridente, e alzando il braccio esclamò:
" Ora vada… segua quella strada e certamente troverà le magnolie, adesso le coltivo io… certo…"
e mi indicò la direzione.