Lui
Salvo il fatto che lavoriamo insieme, io e il mio collega non abbiamo niente in comune. Lui è un onesto padre di famiglia. Io no. Lui fa parte del consiglio della parrocchia. Io no. Lui ascolta "musica orecchiabile" tipo Vasco Rossi, un poeta, dice. Io no. Lui è convinto che i comunisti abbiano avuto il potere in Italia negli ultimi trenta anni. Io no. Lui legge un libro all’ anno in vacanza. Io no. Giura che i partigiani italiani abbiano ucciso decine di migliaia di connazionali nelle Foibe. L’ ha letto sul libro di Bruno Vespa, dice. Io sapevo che erano stati i partigiani di Tito. Il fine settimana lo passa a "rilassarsi". Io no. Mi dice, "ti ci vedo a leggere sul divano qualche libro palloso, ascoltando musica classica". Io non ce lo vedo. Secondo lui Berlusconi ha le mani legate; altrimenti ce la potrebbe fare a risollevare l’ italia. Io non credo. Sentenzia che la grande distribuzione delle coop abbia rovinato i piccoli commercianti. Io no. I piccoli commercianti non me li posso permettere. Abolirebbe il giorno della memoria, perchè ormai se ne è parlato troppo. Io no. E’ talmente convinto delle sue idee, orgoglioso della sua ignoranza che accredita Vespa come storico di riferimento, che mi disarma. Non ho argomenti contro di lui. Sono io che ho torto. Che leggo troppi giornali. che non guardo il telegiornale di Fede. Sono un disfattista. Quando parliamo, nelle pause di lavoro, mi sembra di aver vissuto in un altro paese, di non aver capito niente. Vivo in una realtà trasmigrata, dove il mio padrone è in realtà un servo al servizio del mio benessere futuro. E non me ne accorgo.