Ambient music

Spesso quando giro per i centri commerciali e per i negozi in genere mi chiedo come sarebbe piacevole e propositivo ai fini dell’acquisto, ascoltare della bella musica. Avere una colonna sonora per lo shopping,ecco. Entrare per comprare un paio di scarpe e sentire nel negozio del jazz ben suonato da Keith Jarrett, una melliflua e avvolgente musica elettronica di Brian Eno o le suite di Handel suonate da  Sviatoslav Richter. Acquistare un maglione sentendo Frank Sinatra accompagnato dall’orchestra di Count Basie o un Burt Bacharach d’annata, provocherebbe  certamente scelte di miglior stile. E come sarebbe apprezzato un centro commerciale che accogliesse i clienti con musiche diverse per ogni reparto: un Brandeburghese per la gastronomia, un’" Eine kleine" per la pasticceria, un Bolero per la profumeria. E certamente entrerei volentieri a comprare abbigliamento sportivo in uno spazio avvolto dalle tempeste elettriche dei Led Zeppelin o della Mahavisnhu Orchestra e sarei oltremodo felice di comprare hard disk portatili e schede grafiche con gli Iron Maiden o gli Adolescents come colonna sonora. Non tralasciando l’ultimo modello di Blackberry sull’onda del Miles Davis del periodo elettrico. Niente di tutto questo. Tutto troppo facile. Ovunque sfoghi il mio complesso maniaco-compulsivo del comprare, l’atto supremo della società moderna, resto ammorbato e violentato dolorosamente come fosse sempre la prima volta, da musiche, (ma non voglio chiamarle così) da rumori (neanche, i rumori sono bellissimi), da sciatti sfoghi di gente che o si chiama come un pittore italiano mezzo matto o come il cristallo dolce che si mette nel caffè.  A questa triste lista si aggiunge ultimamente una certa Giusy qualcosa, mi dicono di gran moda,  la quale accompagna ogni  mio pranzo nel self service che abitualmente frequento. Ho protestato con la direzione, chiedendo se per caso avessero qualcosa di Steve Reich: tanto per sentire qualcosa di più moderno. Mi hanno dato del nazista. 

50 anni di genio

Supermac e Superbrat, McJesus o The Genius; sempre e solo lui: John McEnroe. Auguri. 

Oscuro Oggetto

L’Istituto nazionale di statistica, più comunemente conosciuto come Istat analizza periodicamente i consumi e le abitudini degli italiani. Dal 1926, puntualmente, ci aiuta a capire i cambiamenti della società italiana attraverso lo studio attento e rigoroso delle categorie merceologiche preferite dagli italiani. Una lucida e profonda ricostruzione, fondamentale per analizzare l’Italia e gli italiani. Confermando la assoluta conoscenza dell’attualità di questo paese e la propensione a descrivere il futuro che verrà, ha inserito, nell’ultimo "paniere", il famoso pacchetto di prodotti che "fotografa" e sintetizza la situazione attuale, un oggetto oscuro, avveniristico, che pochi fortunati hanno già posseduto: il film in dvd.

Lacrime di Roger

E’ da poco finita la finale degli Australian Open. Ha vinto Rafael Nadal. Dopo le oltre cinque ore della semifinale con Verdasco, lo spagnolo ha corso come nessuno mai su un campo da tennis (neanche Borg) per altre quattro ore e più, vincendo in cinque set la finale contro Roger Federer. Lo svizzero rimpiangerà per molto tempo questa partita e le lacrime in cui si  è sciolto al momento di parlare al pubblico durante la premiazione ne sono la prova nettissima. Primo set perso da 4-2, terzo set con valanghe di palle break non sfruttate, servizio mai così scadente che neanche il nostro Volandri. Lampi di classe che nulla hanno potuto contro lo strapotere fisico  e mentale dello spagnolo. Il quinto set è stato un calvario che l’elvetico, a caccia del record di Sampras nelle vittorie dello Slam, ha cercato di abbreviare in tutti i modi. Non aveva più energie, erano rimaste soltanto le lacrime.