Sorpresona

Da circa cinque minuti Rafael Nadal non è più il padrone del Roland Garros. Non aveva mai perso in questo torneo. Oggi si. (R. Soderling def  R. Nadal 6-2, 6/7, 6-4, 7-6)

Benjamin per tutti

Gli emblemi ritornano come merci.

La tradizione degli oppressi ci insegna che "lo stato di emergenza" in cui viviamo è la regola.

C’è un quadro di Klee che s’intitola Angelus Novus. Vi si trova un angelo che sembra in atto di allontanarsi da qualcosa su cui fissa lo sguardo. Ha gli occhi spalancati, la bocca aperta, le ali distese. L’angelo della storia deve avere questo aspetto. Ha il viso rivolto al passato. Dove ci appare una catena di eventi, egli vede una sola catastrofe, che accumula senza tregua rovine su rovine e le rovescia ai suoi piedi. Egli vorrebbe ben trattenersi, destare i morti e ricomporre l’infranto. Ma una tempesta spira dal paradiso, che si è impigliata nelle sue ali, ed è così forte che egli non può più chiuderle. Questa tempesta lo spinge irresistibilmente nel futuro, a cui volge le spalle , mentre il cumulo delle rovine sale davanti a lui al cielo. Ciò che chiamiamo il progresso, è questa tempesta.

Rassegna stampa

Molto dispiaciuto della vicenda Gasquet, mi avvicino al chiosco dei giornali per rendermi conto delle mazzate che il povero "braccio d’oro" francese riceverà da certo giornalismo sportivo finto, fintissimo-bacchettone. Compro due quotidiani nazionali, quello dove pubblica il vecchio "scriba" del tennis, la Stampa dell’ottimo Semeraro e la Gazzetta. Entro al bar e occupo un tavolo, gettandoci sopra le chiavi dell’auto e i giornali. Vado a ordinare qualcosa da mangiare. Fatto l’ordine alla ragazza  dietro il banco, torno al tavolo: la Gazzetta è sparita. Mi guardo intorno e vedo un signore due tavoli oltre il mio che pranza beatamente, sfogliando  e sgualcendo il mio non più intonso giornale. "Scusi", faccio…" il giornale è mio… l’avevo lasciato su quel tavolo…"

Mi guarda a malapena: "il giornale è di tutti, ora lo leggo, poi glielo passo…" e riprende a mangiare. Immagino pensi che sia il quotidiano del bar, anche se, ripiegato insieme ad altri due giornali e con cose personali deposte "sopra" a mò di guardia, qualche dubbio sulla proprietà avrebbe dovuto sortirlo. Insisto:

"Volevo dire: il giornale è mio, nel senso che l’ho comprato poco fa in edicola, non è del bar, e gradirei leggerlo ora…"

"E allora…! esclama… "neanche un attimo… tenga, tenga…", mi risponde scocciato come se subisse un abuso. Alza il piatto e spinge via il quotidiano già deflorato da recenti schizzi di ragù. "Credevo ne leggesse uno alla volta", sibila alle  mie spalle mentre vado verso il tavolo. Tutto il bar pensa che io sia "lo" stronzo.

Location

Come da copione presidenziale anche il divorzio si terrà in Abruzzo…