Wimbledon/3
Con quella faccia a metà tra Kitano e Oldboy, il sud-coreano Hyung Taik Lee, primo giocatore del suo paese, sembra capitato perr caso sui prati di Wimbledon. Un killer dalla faccia inespressiva, travestito da tennista soltanto per uccidere senza dare nell’occhio. In effetti ci è andato molto vicino all’uccidere, tennisticamente parlando, qualcuno. Il mio terzo favorito del torneo, Hewitt, si è trovato sotto di due set a uno col coreano dalla faccia di pietra. Dall’alto di un tennis classico e apparentemente facile, ha dominato per quasi due ore l’ australiano. Braccio velocissimo che mi ha ricordato Leconte, rovescio a una mano supersonico, è stato a pochi punti da estromettere Leyton dal torneo. Tre tie-break e cinque set talmente duri da mettere in forma Hewitt, appena rientrato da un infortunio, tanto che al turno successivo, ha disposto facilmente di un avversario tosto come il nano belga, piè veloce Rochus. Insomma, scampato il killer coreano, una semifinale sembra alla portata del miracolato "aussie". Se ne va anche tutto, o quasi, il tennis americano: Roddick maltrattato dalla nuova stella scozzese Murray, James Blake ridicolizzato da quel talento inespresso noto col nome di Max Mirnyi, "The Beast" per gli amici. Bielorusso, due metri per novanta chili, tenuti saldamente attaccati al terreno da due Nike misura 54, Max interpreta un tennis d’ altri tempi, tutto votato all’attacco. La linea di fondo campo sembra per lui un’allergia da evitare, tanto è il piacere di gettarsi a rete senza paura. Portarsi dietro quel fisico lo ha limitato a una signora carriera in doppio, ma incontrarlo in giornata, provoca scoramento anche nei più forti. Blake, saldamente nei primi otto del mondo, negli ultimi due set, sfinito dal rincorrere servizi missilistici e voleè imprendibili, ha vinto un solo game. Ultimo americano a sparire dal torneo, Andre Agassi, vincitore nel ’92, e ormai in fase di ritiro. Ha passato le consegne all’infante Nadal, ha salutato, non senza commuoversi, ed è uscito di scena. Resterà nella storia del gioco, come padre di tutti i moderni "attaccanti dal fondo". Delusione Bracciali. L’aretino ha perso da Bjorkman netto, dimenticando che lo svedese, ormai trentatreenne, non è più il numero quattro del mondo come a metà anni ’90, ma soltanto un fortissimo doppista. Il giovane talento Berdych, dalla faccia preraffaelliana, elimina Tommy "il bello" Haas. Un’ ottima partita che il ceco strappa al quinto giocando alcuni diritti degni del suo terribile connazionale Ivan Lendl. Federer per ora passeggia. Donne, donne…! Venus è fuori dal torneo. Alla terza avversaria brutta e grassa, non ha resistito ed a forza di doppi falli si è autoeliminata. Si iscriverà a un torneo per sole strafighe. Justine Henin e Maria Sharapova ringraziano cordialmente e avanzano. Oggi tradizionale pausa domenicale. Fragole e panna per tutti.