Wimbledon/5

Dopo 81 anni e dopo la divina Suzanne Lenglen, Amelie Mauresmo ha vinto Wimbledon. Finalmente, verrebbe da scrivere. Eterna vincente mancata, soltanto quest’anno, agli Australian open e grazie al ritiro della Henin si era aggiudicata il primo slam della carriera. Ieri, e questa volta sul campo, ha battuto in tre set la belga, che era diventata nel corso delle due settimane la favorita del torneo. Dopo un primo set dominato dalla Henin e dalla tensione, la francese è entrata in partita giocando in modo molto aggressivo e, grazie agli innumerevoli errori di una Justine sempre più stanca e ad un gioco quasi maschile, da amazzone insomma, con prime di servizio regolarmente sopra i 180 kmh, ha via via dominato il secondo e terzo set regalandoci spettacolari discese a rete e voleè degne delle grandi attaccanti del passato. In tutto il torneo maschile, che trova oggi la sua naturale conclusione con la finale Federer-Nadal, non si erano visti schemi d’attacco limpidi come quelli messi in atto da Amelie in finale. I maschietti ormai giocano anche sull’erba, dal fondo, come hanno dimostrato nelle due semifinali. Correzione: nella semifinale Nadal- Baghdatis, perchè in quella giocata da Federer contro il "vecchio" Biorkman non si è proprio giocato. La semifinale più breve degli ultimi 102 anni, soltanto Riseley e Ritchie nel 1904 erano stati più lesti.

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