Italia Smobile

Evidentemente, 69 milioni di utenze di telefonia cellulare su una popolazione di circa 58 milioni di persone, non bastano a convincere un manager a non vendere l’ultimo gestore di telefonia cellulare non straniero (Tim). Gli italiani hanno inventato il telefono. Un italiano ha sviluppato l’algoritmo che sta alla base del funzionamento dei cellulari. La società in questione ha inventato la carta prepagata, aprendo gli occhi a tutte le company del pianeta sulla massificazione della telefonia mobile. Altri italiani hanno creato la seconda compagnia italiana, partendo dalla meccanica delle macchine da scrivere. Una storia di business portata ad esempio nelle università americane (Omnitel). Ora è anglo-tedesca.  E’ stata venduta dall’ allora amministratore che poi ha scalato l’altra (Tim) per poi rivenderla all’attuale proprietà. Il terzo gestore(Wind) fondato dalla compagnia nazionale di energia elettrica è stato venduto ad un gruppo egiziano, immensamente meno grande del gestore stesso, e finanziato(!) da banche italiane. Il quarto gestore (Tre) è per la  quasi totalità cinese. Ognuno dei nuovi proprietari delle ex-compagnie telefoniche nate in Italia, vede il mercato italiano come un salvadanaio immenso sempre pronto a salvare e ripianare le difficoltà di altri mercati. L’italia, per queste compagnie, somiglia sempre più all’ edicola per un drogato in crisi di astinenza: un bancomat infinito, una sorgente di profitti da spremere a più non posso tramite invenzioni assurde e inutili come tv sul cellulare, suonerie, e altre baggianate, definite dai creativi del marketing con il termine di "contenuti".  Certo, da un paese che non produce quasi più niente (neanche fossimo l’Islanda), dove tutte quelle splendide marche, prodotti geniali che da bambino vedevo su Carosello, sono finite in mano a multinazionali straniere, non c’era da aspettarsi altro. Siamo specialisti nel pagare architetti famosi per "ricontestualizzare" fantastiche fabbriche vuote che hanno fatto la storia della nazione e del design. Al massimo potranno trasformarsi in palcoscenici per le sfilate di moda, ultimo baluardo di un made in Italy che sta usando la propria creatività per far lavorare chiunque fuorchè gli italiani. Niente più acciaierie, niente elettronica, poca meccanica, in declino. Soltanto banche, specializzate nel prestare soldi alle persone sbagliate. Se mai qualcuno (mi chiedo chi, visto che non produciamo una materia prima che sia una) ci volesse invadere, non avrà da fare poi molto. Ci staccherà la corrente elettrica, spegnerà i ponti dei telefoni cellulari, chiuderà i condotti di metano e petrolio e verrà a comprarci. Più che un’invasione sarà un’acquisizione.

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