Mai avuto talento per la vita normale

L’ Apparenza inganna in Syriana. Un film che spiega come va il mondo. Un mondo che non ha più bisogno di vendicare gli amici e tributare loro Le tre sepolture. Tutto ciò è molto irritante. Servirà un nuovo Capote, per scrivere il resoconto del massacro. Quello definitivo.

4 pensieri su “

  1. [OT] mi piacerebbe leggere nel tuo blog un ‘ascolto’ comparativo tra la prima interpretazione di Gould delle ‘Variazioni Goldberg’ e la seconda. So che i posts a richiesta sono maleducati, ma perchè non esserlo?? a volte non costa…e poi ci sarebbe da ridere/scrivere davvero….

    emilio/millepiani

  2. [OT, di nuovo, ma non troppo]. Esiste la registrazione di un concerto tenuto a Berlino nel 1945 – se non ricordo male, dovrebbe essere il febbraio 1945. L’esposizione della ‘musica classica’ alla ‘storia’, all’evento – la sua vocazione alla ‘sua stessa distruzione’, volontariamente – si manifesta in questo ascolto.
    E’ indiscutibile che l’esecuzione di una qualsiasi partitura non può non essere condizionata ‘da ciò che accade intorno’.
    Ho acquistato, per vocazione, l’esecuzione della terza di Beethoven eseguita da Knappertsbusch nel 1943 a Berlino con i Berliner.
    La ‘domanda’ di analizzare le due versioni delle ‘Variazioni Goldberg’ viene da questo ‘fondo’.
    Mi domando: esiste, ancora, una ‘possibilità‘ di pensare la ‘partitura’ fuori dalle ‘condizioni oggettive’ dell’esecuzione?
    E’, in fondo, la stessa domanda che si poneva Luigi Nono scrivento ‘Fragmente-Stille, an Diotima’?.
    Altrimenti, me per primo, siamo solo dei necrofili.
    Ascoltiamo il rantolo della morte che si proietta dentro le partiture.

    emilio/millepiani

  3. Emilio, il tuo acquisto per “vocazione” è un grande gesto. Il Toscanini rifugiato a New York dirigeva Beethoven in modo allegro e non tragico. Sicuramente si sentiva più al sicuro di Knappertsbusch, gioiva del suo culo parato insomma. Sarò un necrofilo, ma quando sento vecchie esecuzioni, mono-fruscianti, provo sensazioni diverse e migliori che ascoltare cose incise di recente…
    forse è solo un pegno che pago alla memoria di mio nonno, e alla sua vecchia collezione di dischi. Ogni incisione è condizionata in sè dal periodo in cui è stata eseguita. Però credo che oggi le cose siano molto peggiorate. I grandi esecutori sono per l’appunto, esecutori e basta. Vivono fuori dal tempo e suonano per le parrucche degli abbonati. Difficile oggi stare “dentro la partitura” per dirla con Boulez, suonando un repertorio sempre più proteso alla facile raccolta di biglietti e di abbonamenti.
    Solo la musica contemporanea potrebbe fungere da suono assoluto del proprio tempo…
    e lì sarebbe da infilare il coltello per estrarla dalle condizioni oggettive dell’esecuzione teatralistica. Ma chi la suona? Dove? Siamo un popolo morto musicalmente e necrofilo per necrofilo, preferisco le ossa di Ferruccio Busoni agli zombie delle mmusiche per cellulari.

    andrea

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