Protocollo P/1-56
In alcuni piloti dell’aviazione americana, di stanza nella base di Los Alamos è stata recentemente riscontrata la cosiddetta “Sindrome di Morans”.
Il Prof Morans, esule gerogiano, ai tempi della guerra fredda, aveva scoperto, durante la progettazione di un nuovo aereo a reazione, l’esistenza di alcuni vuoti d’aria lunghissimi. Analizzando i notevoli sbalzi di velocità degli aerei, durante le prove, era giunto alla conclusione che esistessero, nei cieli, veri e propri tunnel dove l’attrito dell’aria era meno frenante. La cosa che lo aveva incuriosito e per la quale il KGB, aveva interrotto la sperimentazione, era che i piloti dei velivoli dopo aver attraversato questi tunnel privi di attrito a velocità quasi doppie rispetto alla norma, entravano in uno stato di stordimento. Una specie di, così la definì all’epoca il professore, sindrome di Stendhal dovuta alla velocità. Essi entravano in contatto con sensazioni mai provate prima. Una specie di estasi della velocità che li rendeva, disse il professore all’epoca, inadatti a combattere. Alcuni reduci soffrivano di scatti di ebrezza e felicità inusitate, per dei militari professionisti. Molti di loro, sposarono donne vicine alla base militare e si riciclarono come contadini fino alla fine dei loro giorni. Altri si convertirono al pacifismo.
Oggi, a distanza di quasi quaranta anni alcuni piloti americani hanno mostrato gli stessi sintomi. “Gli esperimenti andranno avanti, dice il comandante della base, i nostri soldati mostrano segni inconsueti di felicità, ma sono dei professionisti. E sapranno combattere i sintomi. Abbiamo troppo bisogno delle geniali scoperte del Prof. Morans.” Che attualmente è scomparso.
I famosi tunnel aerei di Morans, denominati dall’aviazione americana “P/1-56, sono, si stima, attualmente circa trenta, sparsi per tutto il pianeta.
P/1-56 identifica l’altezza dei tunnel: 156cm. P sta per Perfect.
Un tunnel perfetto.
Mi viene in mente Donnie Darko…
tu parli di cielo, io sono nata qui a 500 metri dal mare, con una nonna friulana che sapeva cucinare gli struffoli di natale. di notte arrotolava mille palline da friggere e rigirare in miele. era una che sapeva sempre dove metter mano, alta e nordica, istinto di conservazione e di origine. coltivava in sé tutte le congiunzioni di popoli e di tradizioni forti. aveva scelto lei così, non come nel tempo delle donne silenziose. sì, tu parli di cieli ed io sono nata a 500 metri dal mare, nella terra delle sicilie. ci sono due tipi di terra una ha lâacqua di sotto, si fa un buco ed affiora: è terra facile. lâaltra dipende dal cielo, ha solo quella fonte. eâ alta e magra, ladra, capace di rubare acqua al vento e alla notte, e appena ne ha un poâ la spende tutta subito in colori trattenuti nel midollo dei sassi e mette forza di zuccheri nei frutti e butta profumo da sfacciata. eâ terra di cielo asciutto, terra in cui coltivare anche lâamore. tu parli di cieli, ma noi popoli mediterranei siamo abituati ai commerci e al mare, all’acqua e alle balene. come dire.. tu parli di cieli e io non mi sento all’altezza. 🙂
Bel film vero Ennio… un pò sopravvalutato ma niente male.
Balene: ora scambio i post. Il mio non è all’altezza del tuo commento…
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Sopravvalutato? Secondo me è stato sottovalutato invece.