Non serve altro
Il più breve, intenso e lucido corso di scrittura:
E invece, per scrivere “il” libro, bisogna autoimporsi – o meglio, possedere innata – una certa dose di stupidità. Non bisogna vergognarsi di far piangere la protagonista femminile mentre sussurra un “ti amo”, tanto per spiegarci. Bisogna, alla bisogna, saper essere patetici, romantici, didascalici, moralisti quando “il” libro pretende che tu scriva in modo patetico, romantico, didascalico, moralista. Pensate ai russi. Di quante pagine di Guerra e pace uno come Pynchon si vergognerebbe? Perché la vergogna a scrivere qualcosa significa niente più e niente meno che l’incapacità di scriverla.
Tratto da: "Perchè Thomas Pynchon piace tanto ( per le ragioni sbagliate)", di Leonardo Colombati, pubblicato su Nuovi Argomenti e scaricabile su www.perceber.com
L’avevo già letto su Perceber.
Ma tu che Windows e Explorer usi?
*rasp*
Bene, sono contenta che stiano riuscendo fuori articoli sul genere della scrittura come arte. Posso dirti la verità , sento sotto-sotto, come una stanchezza generale per le solite cose, troppi personalismi, certo aiutano non so chi a capire che non siamo soli. Ce ne sono tanti, è ora che qualcuno invece cambi. Uniamo le forze allora e critichiamoci quanto più possiamo, solo così, potremmo fare di un semplice hobby una vera passione.
Giuseppina
Si Rasp, infatti cito… Mi era sembrato un passaggio stratosferico…
And
uso 2000 pro e di exp non saprei ma recente…
Giuseppina: basta cercare nei posti giusti, come vedi…
saluti and
Eh, mi dichiaro sconfitta 🙂
Riguardo al saggio di Leonardo, non amando Pinchon non mi sento chiamata in causa, naturalmente, ma in riferimento alla citazione che ne hai fatto, non posso fare a meno di pensare che la cosa più importante sulla scrittura, la trama e i personaggi l’abbia detta Fitzgerald: “il personaggio è l’azione, l’azione è il personaggio” Per questo, secondo me, l’incapacità di scrivere risiede piuttosto nell’incapacità di creare un mondo in ciu il personaggio – che pianga, rida, si lamenti, si illanguidisca – è assolutamente centrale, vivo e presente anche quando non fa assolutamente nulla.
Il fatto è che mostrare un personaggio che sia “patetico, romantico, didascalico, moralista” è diverso da essere, noi stessi che scriviamo, “patetici, romantici, didascalici, moralisti”. Si può anche evitare di empatizzare con i propri personaggi.
Davide: assolutamente si. Meglio un freddo distacco… quando ce la si fa… almeno…
Seia: Ho estratto questa cosa non per Pinchon, che è comunque stupefacente, ma per la dichiarazione, quasi di sottomissione, al libro che uno scrive… mi era sembrata fulminante.
and
Thomas Pynchon può piacere solo per ragioni errate, visto che lui del ghiaccio se n’è sempre fregato. Molto meglio Moresco allora, che almeno è spudorato sul versante opposto (al ghiaccio) (cioè il fuoco).
Per pietà di Dio: PYNCHON, non PINCHON!
E poi, detto incidentalmente: Colombati non è quel clone italico del dentone americano? Com’è che ci sputa sopra? Sento puzza di delirio di onnipotenza.
Oedipha
Una bella provocazione, And! Grazie 😉
Ghiaccio: grande Moresco…
Per pietà : Oedipa e non Oedipha!!!
comunque nel post era scritto giusto…
Colombati non è un clone su…
Ciao Gloria;-))
and