Ventuno

…"Con trenta gradi all’ombra i pazienti giacevano nei loro letti e in realtà si auguravano tutti la morte, così come me l’auguravo io, e uno dopo l’altro furono anche accontentati e morirono tutti quanti, anche l’ex poliziotto Immervoll, che era ricoverato nella stanza accanto e, finché fu in grado di farlo, veniva ogni giorno nella mia stanza a giocare con me a Ventuno, lui vinceva e io perdevo, per settimane andammo avanti lui a vincere e io a perdere, finché lui morì e io no. Entrambi appasionati giocatori di Ventuno, giocammo a Ventuno e ammazzammo così il nostro tempo, finché a restare ucciso fu lui. Morì appena tre ore dopo aver giocato e vinto l’ultima partita con me." … ( da T. Bernhard, I miei premi)

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